Il lavoro fu ed è la reazione compensatrice
all'affacciarsi insistente delle due idee madri di ogni tristezza: la vecchiaia
e la malattia. Lavorare volle sempre dire per me oblio, calma, serenità. Esso
dunque porta in sé stesso il significato di "volontà di vivere".
Sante De Sanctis
Il seguente testo è tratto dal mio
elaborato integrale "Sante De Sanctis: il lavoro come recupero e
riablitazione" del 2005.
L'insegnamento di Sante De
Sancits (1862-1935), nonostante il tempo passato, è estremamente
attuale per il suo riferimento ad alcuni aspetti della nostra realtà sociale e
relazionale; le sue scoperte erano collegabili infatti ad interventi sul piano
concreto in campi fondamentali come quello della psicologia applicata al
lavoro. L'opera di Sante De Sanctis si caratterizza per la sua molteplicità e
fecondità; ciò si deve alla natura notevolmente versatile di uno dei più
illustri rappresentanti, o meglio, fondatori della psicologia sperimentale alla
fine dell'Ottocento. Nella ricostruzione della sua attività, si
riscontra una sostanziale uniformità fra l'uomo e lo scienziato, la sua
ipersensibilità e la passione instancabile per il lavoro. Le sue origini
sono, nel 1862, a Parrano, un piccolo paesino nel cuore dell'Umbria. Il passo
seguente, che è all'interno di una illustrazione dettagliata dell'albero
genealogico di De Sanctis, ne mette in luce l'integrità morale e la notevole
laboriosità: « La Famiglia De Sanctis è una pianta genuina dell'umbra
terra di Parrano (...) Fin dall'inizio – nella metà del 500 – essi appaiomo
piccoli proprietari di campagna, laboriosi, onesti, economi. Per generazioni
hanno lavorato con intento ad accrescere con minuta opera di formiche il
patrimonio famigliare; però fin dall'inizio si distinsero per una certa cultura
superiore alla media del paese».
Nel 1890, De Sanctis fonda e dirige gli
Asili- scuola per i fanciulli poveri ed anormali psichici con l'obietivo di
utilizzare e valorizzare le loro attitudini cercando di trovare il mestiere più
consono per ciascuno di loro; il lavoro scolastico ma soprattutto quello
professionale sono particolarmente valorizzati e considerati fondanti per il
recupero e la riabilitazione di questi ragazzi. La creazione di questi istituti
porta l'Italia all'avanguardia di tutte le nazioni nel campo dell'assistenza
dei giovani e via via, contro la delinquenza minorile.
Gli Asili-Scuola, strutture che si
occcupano degli anormali di entrambi i sessi, fra i quattro e i dieci anni, con
lieve grado di insufficienza mentale, sono il risultato dell'apporto di De
Sanctis in questo campo. Nella loro istituzione, egli supera la pura
concezione di assistenza e introduce quella di "riabilitazione"
intesa come "preparazione e adattabilità alla vita sociale".
L'educazione dei ragazzi svantaggiati è uno dei più importanti filoni di
ricerca in tutto l'arco della sua attività professionale. In molti suoi scritti
e relazioni, egli affronta diverse questioni relative all'assistenza di
categorie disagiate in relazione alla funzione svolta dagli asili-scuola. Uno
degli aspetti centrali è l'esaltazione del lavoro come energico e
propulsivo nel processo di risalita dell'individuo; tutto ciò esprime la
grande passione del De Sanctis per il proprio lavoro come compensazione alla
tristezza, alla vecchiaia e la malattia come viene sottolineato in questo
passo: « Il lavoro fu ed è la reazione compensatrice all'affacciarsi insistente
delle due idee madri di ogni tristezza: la vecchiaia e la malattia. Lavorare
volle sempre dire per me oblio, calma, serenità. Esso dunque porta in sé stesso
il significato di "volontà di vivere". Ma v'è anche un terzo
significato. Il lavoro appassionato rispondeva al bisogno del possesso,
dell'appagamento e della conquista; queste sono scoperte non già mere analogie
accademiche perchè sono collaudate ormai dalla mia profonda personale
convinzione» (Autobiografia).
La scelta di occuparmi di questa parte
dell'opera di De Sanctis è stata dettata da un particolare interese verso i
concetti di "riabilitazione" e "recupero" riferita
all'attività lavorativa di persone con svantaggio socio-sanitario, nell'ambito
del mio lavoro che mi ha visto per diversi anni occuparmi di inserimento
lavorativo e "occupabilità" di fasce deboli esposte al rischio di
esclusione sociale.
L'inserimento lavorativo e sociale mira
a restituire abilità e risorse umane positive alla persona disabile, che va
messa nella condizione di svolgere il proprio ruolo sociale, culturale e civile
di cittadino, esercitando i propri diritti e facendo fronte ai propri doveri.
Da qualche decennio, nelle società
occidentali, si è sviluppata una considerazione del lavoro come fattore
centrale per l'integrazione, sia rispetto al funzionamento collettivo e agli
assetti complessivi della convivenza sociale, sia rispetto alle motivazioni
individuali e alla richiesta/esigenza di riconoscimento e partecipazione per la
costruzione e lo sviluppo dell'identità soggettiva. Nella visione
desanctisiana, al coscienza di un fine da raggiungere, la continuità
dell'applicazione e la produzione di valore sono tra le caratteristiche che
rendono significativo il lavoro per l'evoluzione dell'individuo, e sono
considerate indispensabili nell'educazione dei ragazzi anormali. Ma si
riconosce anche la necessità che il ragazzo sia motivato, perchè nel lavoro
l'interesse costituisce una molla fondamentale capace di attutire o annullare
la fatica. A tale riguardo così scrive De Sanctis: «Nello svolgersi della
nostra lunga esperienza nell'assistenza degli anormali-psichici e degli
instabili delinquibili, avemmo sempre una preoccupazione: la redenzione sociale
di questi minorati psichici e sociali, mercè il lavoro. (...) Ora, se si pensa
che lo scopo dell'avviamento degli anormali-psichici al lavoro non è soltanto
quello della produzione, ma anche, e soprattutto, l'altro dell'adattamento
sociale, ognuno si persuaderà come debba darsi la precedenza al lavoro nella
educazione degli insufficienti intellettuali» (De Sanctis, 1930)
Nei Saggi di Psicologia applicata, De
Sanctis si sofferma sulla psicotecnica, ossia la psicologia applicata alla
scienza del lavoro, dove l'elemento di partenza è la ricerca delle attitudini
nei mutilati ai fini di una loro utilizzazione in lavori adatti alle loro
capacità. La psicotecnica speciale, così denominata da De Sanctis,
diversamente da quella generale, accerta la vocazione, ossia l'inclinazione
manifesta per un dato lavoro o per una data missione sia di individui che di
popoli. Al di là di aver dato importanza all'elemento della selezione, il
lavoro ha, nella psicologia desanctisiana, un valore fondamentale per il
benessere dell'uomo in quanto l'orientamento, secondo la vocazione,
garantisce il raggiungimento della soddisfazione e della realizzazione
individuale.
Il termine educabilità viene invece
definito da De Sanctis come il "progredire adattandosi socialmente"
riferita a quegli individui che, per capacità di esercizio, raggiungono il
successo nel lavoro ed aumentano progressivamente il proprio valore sociale. Di
conseguenza, essa non dipende dalle singole capacità mentali dell'alunno ma
viene mossa dalla sua energia bio-psichica nella sua espressione psicomotoria:
quanto più l'alunno ha successo nel lavoro e migliora in rapporto alla costanza
(attenzione), alla quantità (velocità) e alla qualità (pracisione) ed evita un
eccessivo automatismo, tanto più sarà educabile e saprà progredire e adattarsi
contemporaneamente all'ambiente sociale. Essa non corrisponde a normalità, come
nel criterio fisio-morfologico, né a guaribilità, come in quello medico, ma
neanche al quoziente intellettivo (criterio psicologico) ed alla scolarità
(criterio scolastico). La costruzione di una curva di allenamento, atta ad
indicare il procedere dell'energia bio-psichica, è possibile sono con
l'adozione di un metodo di lavoro che escluda l'apprendimento di nozione ed
impegni l'attenzione e il movimento. (Appicciafuoco, 1946)
La componente comune generale
dell'educabilità è la cosiddeta capacità di esercizio con aumento progressivo
di valori sociali e, conseguentemente, l'alunno deve essere sottoposto ad un
lavoro disciplinato in un ambiente sollecitato da stimoli comuni. Allo stesso
tempo, è necessario un metodo di lavoro sintetico che non comprenda
l'apprendimento di nozioni come lettura, scrittura, calcolo ma che indichi il
procedere del fattore comune, ossia l'energia bio-psichica dell'alunno per una
via psico-motoria dove vengano utilizzati gli elementi spiegati sopra di
attenzione, velocità e costanza. L'educabile è l'individuo che,
nell'utilizzazione di questi elementi, dimostri, in ogni periodo di notazione,
di aver aumentato il proprio valore senza cadere nell'automatismo.
L'educazione degli "anormali
psichici" è una delle questioni centrali nell'attività scientifica di De
Sanctis , dovuta alla notevole simpatia nei riguardi dei deboli e dei
sofferenti. Il suo obiettivo è di scuoterli, di farli uscire dal torpore per
poter riattivare un processo educativo. Di conseguenza, egli non analizza
l'anormale psichico solo in rapporto al "normale" ma rispetto a ciò
che egli conserva ancora efficiente (Appicciafuoco, 1946). Nell'ambito della
selezione nel campo scolastico, punto di partenza fondamentale nella sua opera
di recupero, numerose ricerche sono state svolte da De Sanctis; l'importanza di
queste ricerche e i tentativi di applicazioni pratiche dell'autore si desumono
dagli studi sul lavoro scolastico e sul lavoro mentale effettuati ne 1909. Un
metodo utilizzato è detto "metodo del completamento di parole mutilate
della sillaba finale" che consiste nel completare parole prive della loro
parte finale e nel rilevare la curva del lavoro mentale del soggetto. Il passo
successivo consiste nel confrontare questa curva con una seconda, ottenuta
sottoponendo il soggetto a una semplice lettura delle stesse parole presentate
nel loro aspetto integro. Il confronto fra le due curve deve condurre a
stabilire il tempo per il lavoro associativo mnemonico, "il cosiddetto
lavoro mentale epurato" indispensabile per l'azione di completamento. I
risultati portano alla constatazione che esso comporta una sorta di automatismo
e una riduzione dello sforzo effettuato dal soggeto come conseguenza di un
processo di apprendimento. Man mano che l'apprendimento progredisce vi è una
diminuzione dello sforzo per compiere un lavoro mentale ma non quello per
compiere un lavoro fisico caraterizzato da una tensione muscolare che
facilemente sfocia in uno stato di fatica generale. Con questo esperimento egli
vuole dimostare come il lavoro mentale consistesse nella "messa in
attività di due apparecchi" quello fisiologico muscolare e quello
psichico, attestando l'unitarietà del lavoro come operazione psicofisica, il
cui grado di fatica varia coerentemente con la qualità del compito e con la
diverità dei gruppi muscolari impegnati. (Lombardo et al., 2002)
I risultati di questi lavori sono
riassunti in una conferena tenuta a Milano il 16 Aprile 1914 alla Società di
Igiene, in un intervento dal titolo "Igiene del lavoro mentale dello
scolaro" che porta alle seguenti conclusioni:
- profonda analogia fra lavoro muscolare e mentale
per cui qualsiasi lavoro diviene il prodotto di un'attività psicofisica;
- raggiungimento del regime optimum di un lavoro
scolastico regolando il ritmo del lavoro secondo sia le esigenze
estrinseche ed intrinseche che attraverso le capacità individuali di un
soggetto;
- aumento dell'intensità e del carico del lavoro
con contemporaneo incremento degli interessi del soggeto verso di esso;
- aumento del rendimento degli alunni, anche di
quelli anormali, come risultato dell'aumento degli interessi verso un
determinato compito.
Quindi la funzione svolta da De Sanctis
nel delineare il campo della psicotecnica e delle sue applicazioni è stato
decisivo. In particolar modo, le applicazioni sono: selezione dei lavoratori,
ossia i vari problemi di assunzione, assegnamento di mansioni, di promozioni,
del licenziamento; valutazione delle attitudini richieste ai lavoratori, ossia
l'individuazione delle attitudini somatiche e psichiche necessarie per il
successo dei lavoratori nelle varie professioni e mestieri. L'istruzione e il
lavoro sono gli strumenti idonei per procedere al recupero di queste categorie
disagiate; in particolar modo, il secondo viene considerato come una vera e
propria terapia per il minorato psichico. Il lavoro ha, infatti, una serie di
effetti positivi, dal rafforzamento dei processi volitivi al risveglio
dell'intelligenza; grazie a queste convinzioni, De Sanctis sfata il pregiudizio
del pericolo della fatica per l'anormale psichico avviato al lavoro
industriale. Allo stesso tempo, però, esso non è subito avviato al lavoro
professionale in quanto è necessario che l'educazione fisica abbia prima
favorito lo sviluppo dell'attenzione, l'abitudine all'ordine, alla precisione e
alla disciplina ma anche migliorato la coordinazione dei movimenti. Infine, il
lavoro manuale educativo deve rinvigorire il gusto dell'attività ed il piacere
dell'agire. Per De Sanctis, il lavoro ha una funzione educativa
maggiore rispetto al ricovero, all'ospizio e alla case di riposo in quanto è il
metodo attivo dell'educazione e serve allo sviluppo armonico del corpo e dello
spirito. In quest'ottica, il lavoratore deve provare il piacere dell'attività e
della produzione; tale visione non è né quella del positivismo in cui si tende
al dominio della vita con il lavoro, né quella del realismo dove il lavoro non
da la felicità e si è estremizzato il diritto di non lavorare. Conseguentemente,
egli rivaluta il taylorismo in una prospettiva differente in cui il lavoro non
è solo il mero sfruttamento del lavoratore ma deve armonizzarsi con la
protezione della salute del lavoratore, ossia un'alternativa razionale tra
lavoro e riposo secondo le capacità individuali.
Nella visione desanctisaina, il lavoro è
capace di allievare i dolori della vita e potenziare la personalità del
lavoratore; tutto ciò costituisce il messaggio che egli vuole trasferire ai
giovani. Egli crede che il lavoro nobiliti in due modi diversi, sia come
elevazione morale del lavoratore, sia come esercizio intellettuale per
l'arricchimento culturale di sé e della sua famiglia.
L'opera di De Sanctis, per ciò che
concerne la psicologia del lavoro, è stata fino ad oggi poco studiata ed
approfondita ma abbiamo visto come si possa riconoscere un'attualità del suo
contributo in questo campo. Peculiare tra tutti il concetto di educabilità,
intesa qui come recupero e riabilitazione e significativa non soltanto per
l'esperienza individuale ma anche ai fini di un miglior benessere della
collettività.
Nel 2005, quando scrissi questo testo,
che ripeto essere solo una sintesi di un elaborato più ampio, lo dedicai alle
persone con le quali ho lavorato per molti anni riferendomi sia ai colleghi di
lavoro che alle tante persone incontrate nel mio lavoro, bisognose di sostegno
nel loro percorso di ricerca e vissuto lavorativo.
Oggi, riportandolo pubblicamente qui,
desidero dedicarlo a tutti coloro che operando in questo settore hanno perduto
il senso e il significato più vero della relazione di aiuto
nell'accompagnamento delle persone con svantaggio, verso dimensioni
possibili, come diceva già De Sanctis solo agli inizi del '900. Un'esorto
dunque a chi svolge professioni così significative, ad anteporre sempre nel
loro operato i bisogni di appagamento e gratificazione lavorativa delle
persone a cui dedicano il proprio lavoro, perchè esse nutrono speranze migliori
in percorsi certamente realizzabili.
Stefania Rosati
Bibliografia degli scritti di Sante De
Sanctis Autobiografia di Sante De Sanctis:
- Rivista di Psicologia XXXIII, 1937.
- Che cosa debbono sapere i maestri degli
anormali. La scuola in Toscana. Anno IV-n.3. Marzo 1927
- Educazione dei deficienti. Milano.
Vallardi, 1915
- Gli Asili Scuola nel 1922-23. Relazione
del Prof. Sante De Sanctis.
- I fanciulli degenerati e la beneficenza.
Estratto dalla Rivista VITA NUOVA 28 Febbraio 1900
- Problemi di rieducazione. Scritti vari
Igiene del lavoro mentale dello scolaro. Orvieto, 1916
- Il lavoro e gli Anormali. L'Infanzia
Anormale, 1919 Il lavoro intellettuale. X Congresso nazionale
di dimedicina del lavoro (Milano, 23-25 Aprile 1932) I
- Il problema assistenziale dei
"predelinquenti" Estratto dalla Scuola Positiva, 1931
- L'assistenza dei fanciulli deficienti.
Estratto dalla Rivista VITA NUOVA 1 Ottobre 1899
- La curva del lavoro mentale (ricerche e
deduzioni). IV Congresso degli Psicologi Italiani, Firenze, Novembre 1923,
Rivista di Biologia 1924.
- La fatica nei lavoro intellettuali,
Rassegna di medicina applicata al alavoro industriale, 1933
- Per l'assistenza dei fanciulli anormali
educabili, L'Infanzia Anormale, 1924
- Principi e applicazioni della
psicofisiologia del lavoro. Relazione al Congresso di psicologia sperimentale e
psicotecnica di Torino, Nov 1929, Archivio Italiano di Psicologia 1930
- Psicologia della vocazione. Critica,
contributi, linee generali. Rivista di Psicologia, 1919.
Bibliografia generale:
- Appicciafuoco R., La psicologia
sperimentale di Sante De Sanctis, Roma, Orsa Maggiore, 1946
- Bianchi di Castelbianco F., et al. (1998)
Sante De Sanctis, Roma: Edizioni Scientifiche Magi.
- Cimino G., Lombardo G. P. (2004) Sante De
Sanctis tra psicologia generale e psicologia applicata. Milano: Franco Angeli.
- Cimino G., Danni N., (1998) La psicologia
in Italia. I protagonisti e i problemi scintifici, filosofici e istituzionali.
(1870-1945). LED. Milano.