martedì 25 agosto 2015

Il 7 Settembre ripartono i corsi di Ginnastica Energetica! 

Tecniche di stretching e ginnastica morbida. 

I movimenti lenti e semplici allentano lo stress e le tensioni, ripristinano l’equilibrio energetico, rendono il corpo più flessibile ed armonioso alleviando le rigidità dei muscoli e delle articolazioni.

La scelta degli esercizi più adatti alla condizione soggettiva di ogni persona viene fatta, con l'aiuto della conduttrice, educando la propria sensibilità verso se stessi e il proprio corpo e verso la risposta alle sollecitazioni che gli vengono date. Ne risulta così un lavoro estremamente personalizzato che affina la capacità di auto-ascolto e in definitiva, migliora la condizione psicofisica generale. 


L'attività è adatta a qualsiasi età

Anche quest'anno il corso si svolgerà presso IL CIRCOLO ACLI DI BAIANO a partire da Lunedì 7 Settembre.

I partecipanti potranno frequentare una o due volte alla settimana scegliendo tra i seguenti giorni ed orari:

  • LUNEDI' pomeriggio:    dalle 17.30 alle 18.30   o dalle 18.45 alle 19.45
  • GIOVEDI' pomeriggio:   dalle 17.30 alle 18.30   o dalle 18.45 alle 19.45
  • GIOVEDI' mattina:          dalle 10.30 alle 11.30                

  PRIMA LEZIONE DI PROVA GRATUITA!!!

Non esitate a contattarmi per informazioni o colloqui di conoscenza
Stefania Rosati 335.176.56.34

martedì 5 maggio 2015

CORSI TRAINING AUTOGENO

            Presentazione Corsi di
TRAINING
AUTOGENO    
condotto dalla Dott.ssa Stefania Rosati 
(psicologa – approccio psicocorporeo)

Il training autogeno è una tecnica di rilassamento basata sull’apprendimento graduale di un serie di esercizi di concentrazione che si focalizzano su diverse zone corporee, allo scopo di ottenere un generale stato di distensione sia a livello fisico che psichico.

BENEFICI
  •  Percepire una distensione dell’organismo
  • Migliorare la qualità del sonno, vincere l’insonnia
  •  Recuperare energie fisiche e psichiche
  • Eliminare le tensioni muscolari
  • Migliorare la concentrazione e la memoria
  • Controllare reazioni emotive eccessive
  •  Migliorare la regolazione vasomotoria e delle funzioni corporee normalmente involontarie. E’ possibile influenzare ad es. le funzioni dell’apparato gastro-intestinale e il battito cardiaco
  •  Ridurre la percezione del dolore


E’ accessibile a tutte le persone che desiderano apprendere un metodo di rilassamento per uso personale e che vogliono combattere alcune problematiche con le proprie forze.


Chi fosse interessato a conoscere più approfonditamente questo metodo e i suoi benefici
può partecipare gratuitamente a uno di questi tre incontri di presentazione presso i locali
del Circolo ACLI DI BAIANO:

GIOVEDI’ 4 GIUGNO dalle 18.30 alle 20.00
SABATO 6 GIUGNO dalle 18.30 alle 20.00
LUNEDI’ 8 GIUGNO dalle 11.00 alle 12.30


Gli incontri sono a numero chiuso, è OBBLIGATORIA la prenotazione al numero: 335.1765634

venerdì 27 febbraio 2015

GINNASTICA ENERGETICA - Verso un'educazione al movimento




Ginnastica Energetica
Verso un’educazione al movimento
                                  di Stefania Rosati


Dal testo: Masunaga "Zen per immagini"



















Cosa è la Ginnastica Energetica
Ginnastica Energetica è una denominazione scelta in seguito ad un percorso di apprendimento di esercizi e tecniche attinte da diverse discipline con basi comuni.
Di ginnastica si tratta, quindi di movimento di tutto il corpo. Energetica è l’aggettivo che meglio per me identifica la finalità del movimento: a un movimento fisico ed “esterno” del corpo corrisponde sempre un movimento interno. Il movimento interno possiamo chiamarlo energia o più semplicemente vita. Un corpo vivo porta con sé una propria modalità di funzionamento organica (fisiologica) ma porta con sé anche una propria 
personalità fatta di vissuti, esperienze, emozioni, insomma il vissuto psichico di ognuno di 
noi. L’aspetto fisiologico e l’aspetto psichico sono, secondo una visione olistica dell’uomo (olos=tutto), un tutt’uno, inscindibile. Entrambi gli aspetti, uniti insieme, fanno si che ciascuno di noi sia un individuo a sé, diverso dagli altri sia per i propri aspetti corporei che per quelli emotivi.

Il mio percorso professionale mi ha visto lavorare per molti anni nel sociale e nella relazione d’aiuto ed è nato e cresciuto da sé l’interesse verso un tipo di comunicazione non solo verbale ma anche corporea. Ho iniziato a scoprire, prima su di me, che il corpo poteva comunicare quanto le parole e che dove non arriva un linguaggio verbale può arrivare un linguaggio fatto di gesti, di posture, di espressioni e se vogliamo di sintomi. Così è nato un percorso formativo prima con l’apprendimento dello Shiatsu e della medicina tradizionale cinese in genere e ora con le tecniche della bioenergetica (tecniche psico-corporee) e del training autogeno (tecnica di rilassamento di interesse psicofisiologico).
Il corso di ginnastica energetica da me condotto quindi ha l’obiettivo di accompagnare le persone verso l’apprendimento di tecniche di movimento dolce, armonico e contemporaneamente mirato al proprio benessere fisico e psichico; sottolineo il termine proprio, perché come accennato nella premessa, ciascuno è un individuo a sé sia dal punto di vista strutturale/corporeo sia dal punto di vista psichico/emozionale. Va da se che l’esecuzione degli esercizi proposti dovrà essere adattata da ciascuna persona al proprio stato d’essere e al proprio sentire.  Perciò questo tipo di ginnastica può essere praticata da qualunque persona, di qualsiasi età.  E’ fondamentale allora l’ascolto del proprio corpo e della propria mente per capire come lavorare su di sé. Ciò non vuol dire altro che rispettarsi e volersi bene. Inutile, se non nocivo, è eseguire dei movimenti non adatti al nostro corpo o che non siamo pronti ancora ad affrontare. Percepirsi totalmente durante un esercizio può voler dire saper riconoscere un dolore che a volte non abbiamo avuto il tempo di ascoltare e fermarci per prenderci cura di esso. Solo dopo aver percepito e ascoltato un dolore o un problema possiamo avere la possibilità di riconoscerlo e anche di superarlo con esercizio, concentrazione, costanza e volontà.

L’attività del gruppo prevederà diversi tipi di esercizi, miscelati in modo da rendere ciascuna lezione varia e completa:
·         esercizi lenti per l’apprendimento di una corretta e sempre più     
         spontanea respirazione
·         esercizi per un miglioramento posturale
·         esercizi di allungamento e stretching graduale del corpo
·         esercizi per attivare una maggiore circolazione
·         esercizi utili alla tonificazione di alcune parti del corpo
·         esercizi di rilassamento muscolare

Un’attenzione particolare va data al gruppo di lavoro e al lavoro di gruppo. Una caratteristica fondamentale del mio gruppo di lavoro è la dimensione:  poche persone permettono di porre sempre molto interesse verso il singolo sia rispetto alla correzione dei movimenti sia rispetto alle esigenze psicofisiche del momento ma non meno importante anche molta attenzione all’umore complessivo del gruppo. Per ciò che attiene al lavoro di gruppo, ci sono sicuramente dei vantaggi nell’eseguire gli esercizi in gruppo e con un conduttore. Il conduttore crea la doppia possibilità di osservare i movimenti corretti e di essere osservati nei movimenti e sostenuti per ricavare il massimo beneficio dalle posizioni usate. Il gruppo rappresenta anche la possibilità di osservare il corpo e i movimenti degli altri partecipanti: è più facile vedere le tensioni nel corpo di un’altra persona che sentirle nel proprio e ciò aumenta la possibilità di diventarne più consapevoli. Ma l’aspetto indubbiamente più vantaggioso del gruppo è quello che esso può rappresentare per ogni partecipante un’opportunità di stimolo, sostegno e incoraggiamento reciproco: uno scambio emotivo a volte può valere più di qualsiasi altra terapia.

Teorie di riferimento
Gli esercizi proposti sono attinti da scuole di pensiero e teorie diverse, ma con un unico scopo: creare sequenze armoniche e fluide, da eseguire camminando, in piedi, seduti e sdraiati, per migliorare la flessibilità del corpo, il respiro e per dare più energia al struttura corporea e agli organi interni.
In particolare le sequenze di stretching ripropongono un metodo ispirato agli esercizi “Zen per immagini” ideati da Shizuto Masunaga (1925-1981), psicologo e celebre maestro di shiatsu in Giappone.
Masunaga nel testo “Zen per Immagini” sottolinea come analizzare qualcosa nelle sue parti, per arrivare alla comprensione dell’intero come combinazione di queste parti, sia il lavoro della mente cosciente; questo metodo si sviluppò nella storia dell’uomo insieme con la sua crescita intellettiva e la specializzazione del lavoro. Particolarmente in Occidente, lo sviluppo della scienza tende accuratamente a differenziare anche le più piccole parti dell’intero e insieme con questa prospettiva è stata imposta agli esseri umani anche una dicotomia tra mente e corpo. Così per comprendere il fenomeno della vita, il corpo è stato suddiviso in strutture anatomiche o cellule, che compongono i vari tessuti. La salute ha cominciato ad essere considerata in funzione dello stato delle nostre componenti fisiche, cioè ossa, muscoli, nervi e vasi sanguigni. Questa struttura concettuale è stata applicata al movimento e molti pensano, che per migliorare l’intero, basti semplicemente rafforzare singolarmente le sue parti. Secondo Masunaga benché ciò sia in un certo senso vero, in realtà noi non possiamo mai isolare completamente una parte e muovere e influire singolarmente solo su di essa. Non importa quanto noi focalizziamo la nostra mente cosciente su una determinata parte e proviamo a concentrarci su di essa: il fatto è che la parte che scegliamo di isolare esiste e funziona soltanto in quanto è in connessione con l’intero corpo. Nello stesso senso l’insieme delle parti non produce, di per sé, un intero. Perciò è impossibile manipolare lo scheletro o qualsiasi altra parte della struttura fisica per influire solo su muscoli o organi particolari. Spesso un problema fisico appare in una parte del corpo e si può avere l’impressione che quella sia l’unica a soffrirne: il problema in realtà esiste nel corpo come intero. Quando il corpo come intero ha qualche scompenso, appare un sintomo in una zona particolare di esso. Normalmente si può dire che non è quella zona particolare che ha un problema, ma che esso risiede nel processo vitale dell’intero corpo.
Masunaga afferma che: «Come una persona più si concentra su se stessa più si isola dalla società, così più una singola parte o un aspetto è enfatizzata sulle altre, più viene tagliata fuori dall’intero e diventa un oggetto fisico sconnesso. Un simile approccio applicato al movimento fisico porta alla perdita della mobilità, della fluidità e dell’armonia dell’intero e la parte mossa è ridotta a un oggetto fisico separato, che si muove non in sintonia con l’intero (…)» (Masunga, op. cit, pag.19)
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito la salute: «Lo stato ottimale di benessere fisico, mentale e sociale» e non semplicemente come assenza di malattia e di infermità. Masunaga spiega come il termine «salute» in cinese e giapponese sia composto da due caratteri: il primo, Ken, che indica un essere umano e qualcosa che sta dritto e in piedi e il secondo, Ko, che significa essere rilassato e a proprio agio dopo aver lasciato andare tutto ciò che è estraneo; questi due caratteri insieme implicano lo stare dritti e in posizione verticale e, nello stesso tempo, rilassati e a proprio agio.
 L’esercizio è un tentativo di trovare una vita migliore attraverso il corpo. E’ pertanto privo di significato imitare nell’esercizio soltanto le forme esteriori o i movimenti. L’imitazione di posture è il processo mentale che rende il corpo fedele a certe forme, ma ciò inibisce il movimento naturale e l’espressione libera del corpo stesso. Masunaga ci spiega che gli esercizi per immagini sono fondati sul principio dei meridiani, che proviene da una prospettiva orientale della vita.
I meridiani vengono definiti da Masunaga come canali dell’energia magnetica vitale dell’organismo. Questi canali possono venire associati al funzionamento degli organi interni. L’Oriente ha sviluppato un sistema terapeutico che è basato sulla stimolazione dei punti cutanei che sono connessi con gli organi interni. Questi punti sono stati collegati tra loro da linee immaginarie: i meridiani.
In “Zen Per Immagini” Masunaga sottolinea che il nostro corpo riesce a mantenere un sano equilibrio di attività fisiologiche grazie al fatto che ciascun meridiano svolge il proprio ruolo o funzione e, perché ciò accada, il ki o energia vitale deve circolare incessantemente percorrendo ogni meridiano in una sequenza ordinata. Gli esercizi per immagini sono presentati in una sequenza atta a facilitare il flusso d’energia nel suo giusto percorso attraverso il corpo.
Sperimentare i meridiani come un flusso di energia vitale o come una speciale sensazione di tensione durante gli esercizi di stretching, ci rende consapevoli del nostro corpo e della condizione dei meridiani e Masunaga afferma che: «Per avere un’esperienza reale dello squilibrio e capirne la causa sottostante, è necessario permettere al corpo di muoversi senza controllo cosciente e diventare consapevoli delle dinamiche dell’energia vitale dentro di noi. Sentire gli squilibri d’energia nel proprio corpo attraverso il movimento, porterà a sua volta ad un bilanciamento energetico.(…) Non appena si arriverà a capire, attraverso la pratica degli esercizi, come questi squilibri siano collegati alla propria vita, si sarà in grado di applicare questa comprensione al quotidiano, per trovare il modo di prevenire tali disarmonie prima che si generino (…) Diventa così ovvio che forzare se stessi in qualche maniera per correggere uno squilibrio, o piegare e allungare una data parte con la forza, non è la risposta corretta (…) La semplice regola di muoversi nella direzione più facile e di espirare completamente alla fine di ogni movimento serve a rilassare l’intero corpo e a fortificare le zone deboli. Una volta che le aree prive di energia vengono riempite, la circolazione energetica migliora nell’intero corpo e i problemi spariscono da soli» (Masunaga, op. cit, pag.28-29)
Ma ci si può considerare completamente padroni dei movimenti solo quando la respirazione che li accompagna diviene fluida e naturale. Anche quando la respirazione è controllata intenzionalmente per armonizzare il movimento, nelle fasi di apprendimento, si tende ad avere una sincronizzazione confusa e a perdere il ritmo. La coordinazione di respiro e movimento viene naturale però, quando lo stesso movimento è ripetuto in continuazione. Solo così la sincronizzazione e il ritmo cominciano davvero ad armonizzarsi. Come dice il detto: «la pratica rende perfetti». Ciò significa che occorre ripetere i movimenti più volte, finchè sincronizzazione e ritmo siano perfetti.
Negli esercizi per immagini, lo scopo, piuttosto che quello di offrire un set di esercizi ideali per tutti, è di insegnare a diventare consapevoli dei proprio squilibri e ad imparare gli esercizi utili per sé. La chiave per riportare in equilibrio il ki (energia che scorre nei meridiani) sta nel capire quale è l’esercizio più facile da eseguire e quale è l’esercizio che causa la tensione maggiore lungo il meridiano. La tensione può essere eguagliata ad una ostruzione del ki e la causa principale della difficoltà del movimento non è la rigidità nei muscoli o nelle articolazioni. Il movimento diventa facile, una volta che il ki ostruito viene liberato. Si può iniziare l’esercizio rilassando più che si può le parti in questione per mezzo di una lunga espirazione. Non c’è bisogno di tirare o forzare i muscoli ed i tendini contratti.
«Il problema è che ci deve essere in ogni metodo una qualche modalità speciale che mantenga vivo l’interesse della gente o questa comincerà a stancarsi non appena subentrerà l’abitudine. Ciò che nella vita soddisfa realmente non annoia mai, indipendentemente da quante volte viene ripetuto. Invece di diventare vittima dell’abitudine, la persona impara ad assaporare l’esperienza ogni volta di più, perché ogni volta essa ha qualcosa da offrire.» (Masunaga, op. cit., pag.16)

L’altro, altrettanto importante, modello di riferimento che accompagna le mie lezioni riguarda la teoria bioenergetica di Lowen, nella quale si possono ritrovare profonde assonanze con le filosofie orientali e con la medicina cinese. Queste somiglianze si manifestano in particolare attraverso l’accento che la bioenergetica pone verso una visione olistica ed energetica della persona e del suo funzionamento psichico, da cui deriva l’innovativa ideazione di una terapia che non è solo verbale ma anche corporea. Una tesi fondamentale della bioenergetica infatti è che il corpo e la mente funzionalmente sono identici: cioè quello che succede nella mente riflette quello che succede nel corpo e viceversa.
Alexander Lowen (Stati Uniti, 1910 - 2008), è il fondatore della cosiddetta analisi bioenergetica e ce la descrive come un modo di comprendere la personalità in termini dei suoi processi energetici.  Il benessere, il piacere e la gioia di vivere sono legati alla quantità di energia di cui la persona può disporre. L’energia vitale è un patrimonio che fa parte intrinsecamente di tutti noi; non sempre però siamo in grado di poterla utilizzare completamente perché il livello di energia e vitalità diminuisce quando nel corpo si somatizzano rigidità e tensioni croniche.  
Secondo Lowen, ogni volta che inibiamo e blocchiamo l’espressione delle nostre emozioni, nel corpo si produce uno stato di tensione; normalmente quando lo stress o il conflitto è eliminato, lo stato di tensione scompare ma quando lo stress (fisico o emotivo) è molto forte e perdura nel tempo, le tensioni croniche tendono a persistere, anche dopo la sua scomparsa, sotto forma di atteggiamento corporeo o assetto muscolare inconscio.
Wilhem Reich (1897 – 1957), noto psicoanalista allievo di Freud, per descrivere questo atteggiamento corporeo coniò il termine di armatura muscolare e caratteriale, la quale condiziona – in maniera conscia e inconscia – reazioni e comportamenti.
Tensioni muscolari croniche quindi, oltre ad accelerare i processi di invecchiamento, disturbano la salute emotiva abbassando l’energia dell’individuo, limitandone la motilità, cioè il naturale e spontaneo movimento della muscolatura e l’auto espressione. Ma se è vero che non possiamo del tutto evitare le rigidità che subentrano con l’età, possiamo però intervenire sciogliendo le contrazioni muscolari croniche che insorgono come conseguenza di stress prolungati e di conflitti emotivi irrisolti. Alleggerire le tensioni croniche può voler dire riacquistare vitalità e benessere emotivo.
Il lavoro della bioenergetica sul corpo comprende sia trattamenti con le mani utili a rilassare i muscoli contratti che particolari esercizi.  Gli esercizi intendono aiutare chi li pratica a entrare in contatto con le proprie tensioni e a rilasciarle tramite movimenti appropriati. E’ importante sapere che ogni muscolo contratto sta bloccando qualche movimento.
Lowen mise a punto un certo numero di speciali esercizi che il paziente doveva eseguire con l’analista all’interno di sedute di terapia analitica bioenergetica. Poi sviluppò una serie di altri esercizi che la persona poteva eseguire a casa, anche da sola. Oltre alle sessioni individuali Lowen aveva previsto delle sessioni di gruppo (classi di esercizi). E’ importante chiarire che questi esercizi non sono un sostituto della terapia. Essi non potranno risolvere profondi problemi emotivi, per cui generalmente si richiede un intervento terapeutico competente. Gli esercizi di per sé però, possono aiutare chi li pratica a entrare in contatto con le proprie tensioni e a rilasciarle tramite movimenti appropriati.  Lo scopo primario è quello di prendere coscienza del corpo in tutte le sue parti, unendole e integrandole. Quando sentiamo il fisico ben unito e sostenuto dal terreno, siamo in grado di espanderci e di esprimerci nella realtà che ci circonda con delle premesse concrete e non partendo da elementi solo illusori o mentali.
Lowen elenca i benefici apportati dall’eseguire gli esercizi di bioenergetica: 1) aumentare lo stato di vibrazione del corpo 2) radicare saldamente la persona nelle gambe e nel corpo 3) rendere più profonda la respirazione 4) rendere le persone più acutamente consapevoli di se stesse 5) ampliare gli orizzonti dell’autoespressione.
Mi piace qui approfondire il significato di vibrazione del corpo. La bioenergetica viene associata da Lowen all’espressione di “salute vibrante” con la quale non si intende semplicemente l’assenza di malattia ma uno stato in cui si è pienamente vivi. La vibrazione è vista come la chiave della vitalità. Un corpo vivo, pulsa e vibra. Se si osserva un bambino dormire si vedranno leggeri tremiti o piccoli sussulti attraversare tutta la superficie del suo corpo.
Quindi l’attività vibratoria è una manifestazione della motilità innata dell’organismo, non è sotto il controllo dell’io, della volontà, quindi è involontaria ed è anche responsabile delle azioni spontanee, degli abbandoni emotivi e del funzionamento interno.
 La vibrazione è dovuta ad una carica energetica nella muscolatura come quella che ha luogo in un filo elettrico quando una corrente lo attraversa. La mancanza di vibrazione indica che la corrente di eccitazione, o carica, è assente o molto ridotta.
Nel lavoro bioenergetico il corpo di una persona è messo in uno stato di vibrazione attraverso degli speciali esercizi che hanno come obiettivo attivare le vibrazioni e farle continuare come un fremito delicato e regolare man mano che si accumula eccitazione e la tensione cresce; l’effetto sarà quello di aumentare la capacità del corpo di tollerare eccitazione e piacere.  Per ottenere questo, dice Lowen: «l’io deve essere saldamente ancorato nel corpo, identificato con esso, e non deve avere paura di secondarne le reazioni involontarie. Il risultato finale è una persona i cui movimenti e il cui comportamento hanno un alto grado di spontaneità e tuttavia sono coordinati ed efficaci: la qualità della grazia naturale».
Si tratta tuttavia sempre di esercizi, non di prove di abilità, e molto dipende da quanto vi si investe. Se vengono praticati meccanicamente, se ne otterrà ben poco. Se si eseguono in modo coercitivo, se ne diminuisce l’efficacia. Se si eseguono in modo competitivo, non si proverà nulla. Chi li pratica con particolare cura e interesse per il proprio corpo, tuttavia, resterà meravigliato della loro utilità.

Rilassamento corporeo guidato
Le sezioni di ginnastica energetica da me proposte, si concludono sempre con uno spazio dedicato al rilassamento corporeo guidato.
Abbiamo già sottolineato quanto durante l’esecuzione degli esercizi debba essere data molta importanza alle sensazioni che essi suscitano.
In “Esercizi di Bioenergetica”, Padrini afferma che la dimensione del sentiredeve essere parte integrante del fare. Prima dell’esercizio la persona si trova in una determinata situazione energetica (tesi); durante l’esercizio avviene una mobilizzazione energetica che provoca uno stato di reazione (antitesi); al termine dell’esercizio possiamo trovare un nuovo equilibrio, che può rappresentare una sintesi tra prima e dopo. Questo momento di particolare importanza dal punto di vista sia energetico sia emotivo, richiede di entrare in una condizione di ascolto, quella che gli orientali definiscono «celebrare la sensazione».
Allora diventa fondamentale un breve tempo di ascolto del proprio stato psicocorporeo attraverso esercizi di respirazione, di percezione di singole parti del corpo o dello schema corporeo nella sua totalità, con l’obiettivo di percepire se stessi come totalmente rilassati dalla testa ai piedi, mantenendo la consapevolezza sulla respirazione e su ciò che il corpo sente.

Educazione al movimento
Vorrei concludere riportando l’attenzione alla finalità principale di questo scritto: la divulgazione, trasmissione di conoscenze e saperi, significati e senso, rivolti alle persone che già partecipano ai miei incontri o a quelle che sono desiderose di approcciarsi verso queste discipline.
Desidero, infatti, lasciare uno spazio ampio del mio lavoro a quest’aspetto che ho voluto definire nel sottotitolo di quest’articolo «educazione al movimento».
La parola educare (da educere) vuol dire letteralmente “tirar fuori”, “tirare fuori ciò che sta dentro”. Anche se spesso è ritenuta complementare al termine insegnamento o istruzione, mi piace lavorare pensando di non essere solo un veicolo di insegnamento ma anche un’educatrice nel vero senso della parola, quindi accompagnatrice e sostenitrice di percorsi che mirino ad estrapolare e potenziare anche qualità e competenze inespresse delle persone. Da qui la possibilità per chi lo desidera, di essere più competenti e consapevoli delle pratiche svolte, l’opportunità di renderle sempre più proprie, più vicine al proprio sé, di portarle nei propri mondi, di portarle a casa, di saperle utilizzare a proprio piacimento e renderle parte integrante della propria quotidianità.

Naturalmente allora non può mancare un sentito ringraziamento a tutte le persone che frequentano con costanza e passione i miei corsi; è solo grazie ad esse che nutro e potrò continuare a nutrire il mio corpo e la mia mente di passione, entusiasmo e volontà.



Riferimenti Bibliografici
Shizuto Masunaga, Zen per immagini, Ed. Mediterranee, 2002
Masunaga-Ohashi, Zen Shiatsu, ed. Mediterranee, Roma 2002
Alexander Lowen e Leslie Lowen, Espansione e integrazione del corpo in bioenergetica, Roma 1979
Francesco Padrini, Esercizi di bioenergetica, Ed. Xenia, 2007